Frank Zappa, di mestiere compositore. Si nutre di sigarette e caffè nel seminterrato dove scriverebbe pagine di musica per mesi, in totale solitudine. Oppure si dedicherebbe per giorni e giorni, insonne, a usare strumenti analogici e digitali per registrare, modificare, ricomporre suoni. Questa è stata la vera passione di Frank Zappa, tutto quello per cui ha prodotto dischi pieni di canzoni fra le quali sperava di azzeccare anche qualcosa che potesse piacere al pubblico senza sputtanarsi. 1967. Ha pubblicato appena tre dischi a distanza ravvicinatissima con le Mothers of Invention, il gruppo di cui fa parte e per le quali compone la musica, quando esce il primo disco a suo nome. Lumpy Gravy, due composizioni per lato, collage musicali di cui il primo, Lumpy Gravy part 1, è un capolavoro di postmodernismo in musica. Dal suo “laboratorio musicale” scolpisce nel tempo di 16 minuti circa parti orchestrali con brani elettrici, dischi mandati a 78 giri, conversazioni surreali, surf music. In Lumpy Gravy sussume alcune gemme sparse nei dischi precedenti.
Il Ripasso 13: Frank Zappa, parte 1
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